Situazione in Siria e progetti della comunità di Azeir

Testimonianza di sr. Marita

Puoi dirci qualcosa sulla situazione generale del paese e della vostra comunità?

Con l’abbattimento pratico dell’Isis, le cose sono andate un po’ migliorando e l’esercito ha man mano recuperate delle zone di territorio, città e paesi. Quindi la gente è più tranquilla e comincia ad aver voglia di fare qualcosa, alcuni, e non pochi, decidono di tornare a casa perché la situazione sembra permettere il rientro. Questo sia tra gente che lavora la terra sia per esempio per i cittadini di Aleppo. Ci sono persone che hanno tenuto duro fino ad ora e ci sono quelli che si sono rifugiati in alcune zone della Siria, specialmente la nostra, e che adesso vedono la possibilità di un rientro. Qualche piccola fabbrica, nella zona di Aleppo, pare stia riaprendo con aiuti dall’estero. Aleppo era tutta circondata da una zona industriale, che è stata devastata durante le incursioni dei dissidenti che hanno razziato tutto quello che potevano, macchinari e depositi. Ora sembra che ci sia una piccola ripresa. La gente, quindi, si muove in questo modo, sta cercando di ricominciare. Certo è ben visibile che la fascia dei giovani e degli uomini è decimata. Adesso come adesso chi viene a chiederci il lavoro non sono uomini, ma donne, sono madri che devono trovare il modo di mantenere la famiglia come possono. A volte sono vedove, oppure hanno il marito invalido di guerra. Per esempio delle tre donne che lavorano con noi in modo stabile, una ha il marito che ha perso una gamba passando su una mina; una è vedova di guerra con due bambini, suo marito è stato ucciso con il fratello mentre consegnava il pane; l’altra ha avuto in famiglia 17 morti a causa della guerra, ha un lavoro di bidella e poi nel tempo che le resta va a fare le pulizie dove la chiamano per mantenere i figli all’università, non è cosa da poco. Questo per dire gli esempi che abbiamo in casa e che cerchiamo di aiutare. Ma ce ne sarebbero molti altri, perché in questo momento sono le donne che portano avanti le famiglie.

La situazione generale stenta a stabilizzarsi e negli ultimi giorni ci sono stati un po’ di disordini, in seguito all’abbattimento dell’aereo israeliano che sorvolava i territori della Siria. (Poi, nessuno lo dice ma gli USA hanno ucciso 100 giovani militari siriani sul confine con l’Iraq. Queste cose non le dicono i mezzi di comunicazione dell’occidente.) Si potrebbe dire che la guerra è finita e che la Siria ha vinto, però rimangono molti punti caldi e non risolti. Inoltre, i confini con la Turchia non sono sicuri, c’è un’intera provincia nelle mani degli infiltrati e non si sa come verrà risolta la situazione per cui è possibile che da uno di questi focolai riesploda di nuovo qualcosa di grosso e tutti dicono che potrebbe accadere proprio ora. (Questa testimonianza risale all’inizio di febbraio, i fatti a cui fa riferimento sr. Marita sono in atto. Per chi fosse interessato ad avere informazioni aggiornate può accedere al blog di Oraprosira – oraprosiria.blogspot.it –, in cui è stata pubblicata anche una lettera aperta delle Sorelle di Azeir.) 

Quali sono i vostri progetti immediati?

Il più grosso è quello di costruire il monastero e stiamo ancora sistemando il progetto. Ma il più urgente e immediato è quello dell’installazione dei pannelli fotovoltaici che ci sono stati donati da un benefattore italiano. Dico il più urgente, perché noi a questo punto abbiamo bisogno di avere un lavoro stabile che ci permetta di guadagnare qualcosa. L’attuale situazione del paese non garantisce l’erogazione continua della corrente elettrica è questo non ci consente di avere un lavoro, né di offrirne a chi ce lo chiede. Occorre dunque, un impianto per la comunità, per il monastero. Inoltre, dal momento che i pannelli sono un buon numero, vorremmo anche trovare fondi per sostenere altri due impianti:

  • uno per garantire acqua continua al pozzo del villaggio che sta sotto di noi;
  • l’altro per l’ospedaletto vicino che attualmente fa quello che può, ma garantirgli l’elettricità significa dare la possibilità di avere sale operatorie attive, incubatrici e tutto quello che richiede un’erogazione continua.

Infine, un altro progetto che vorremmo iniziare e portare a termine, proprio per venire incontro alle richieste di lavoro, è l’edificazione di un di capannone multifunzionale in cui poter installare dei laboratori (biscotti, cucito, marmellate, ecc.) dove le donne, usando le capacità che hanno potranno realizzare dei prodotti che poi si potranno vendere.

Abbiamo sempre fatto in modo durante la guerra di dare lavoro a una decina di famiglie. La gente che lavora nel nostro cantiere è mista, ci sono cristiani, sunniti e alauiti che sono la maggioranza poiché siamo nella valle degli alauiti. E anche adesso ci sembra importante offrire una possibilità di lavoro a tutti, nella misura del possibile.