Prima fondazione di Valserena, la comunità di Nasoma Y’Ombembwa, nostra Signora della pace, nasce nel 1980 per rispondere ad una richiesta precisa di stabilire la vita contemplativa anche nel cuore dell’Africa, in Angola, Un pugno di donne che portano la pace nel cuore del conflitto angolano.
Molto presto cominciano ad arrivare e a perseverare le prime vocazioni, la Comunità si ingrandisce, ma la guerra e la povertà impediscono la realizzazione di qualsiasi progetto di costruzione di un monastero. Come tutti i monasteri nati da San Benedetto anche Nasoma Y’Ombembwa inizia a irradiare una trasformazione intorno a sé: la situazione in certi momenti è drammatica, i rifugiati che bussano alla porta sono sempre più numerosi: è necessario allestire mense, pensare ai bambini, spesso denutriti, privi di assistenza e organizzare per loro una scuola; bisogna provvedere agli anziani e occuparsi dei ragazzi rimasti senza famiglia. Si ristrutturano le case distrutte, si scavano pozzi per l’acqua e si comincia a organizzare un’agricoltura per la sussistenza.
Gli amici italiani si organizzano e superando le difficoltà di comunicazioni riescono a sostenerle e ad inviare aiuti e beni di prima necessità. Con i più poveri condividono il poco spazio disponibile e i generi alimentari, spesso arrivati dall’Italia o coltivati col duro lavoro quotidiano, confidando nella Provvidenza di Dio Padre che non ha mai fatto mancare loro il necessario per vivere. Nel frattempo la comunità vive la vita cistercense, si alza la notte per cantare le lodi del Signore e durante il giorno alterna la preghiera al lavoro. Così nel cuore di una città segnata da tanto dolore diviene segno di speranza e di pace, luogo concreto e visibile della presenza di Dio. Nel 2002 con la fine della guerra, le sorelle ricominciano a sperare di realizzare quel monastero che da anni ormai sognano di costruire. Le ricerche di un terreno approdano a una bella collina a 19 Km. dalla città, il Soke: un terreno ampio e silenzioso in mezzo al verde della natura dove le sorelle si sono trasferite nel 2003, lasciando la città.
Dopo molti tentativi, sempre interrotti dal riprendere delle ostilità belliche, ora la pace è consolidata e – insieme ai progetti per la popolazione locale – la costruzione del nuovo monastero è stata portata a termine: un progetto, tanti amici e benefattori, una fiducia sconfinata nella Provvidenza di Dio.
Per il resoconto dei progetti realizzati e da realizzare, consultare l’ultimo numero de Il Seme
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