Ogni anno, nel tempo delle grandi piogge, succedono disastri: case che cadono, persone che muoiono a causa dei fulmini, inondazioni e torrenti improvvisi che travolgono tutto, ma di noi e della nostra terra i giornali non parlano. Qui intanto si accetta la vita e si cerca di ricominciare, con il generoso aiuto dei vicini del villaggio o del barrio. L’anno scorso non è piovuto quasi niente e il raccolto di granturco, fagioli, soia, era bruciato sotto il sole. Non si può immaginare da lontano come piange il cuore a veder seccare il seme che con tanta fatica hai affidato alla terra. E neanche si possono contare le famiglie che sono venute quest’anno a chiedere soccorso di un po’ di cibo per non vedere i bambini morire di fame. Sì, nel 2018 c’è ancora tanta gente che mangia solo una volta al giorno o che rischia la morte per mancanza di cibo. Oltre a questi soccorsi preziosi che lungo l’anno abbiamo potuto offrire, grazie anche alla generosità di chi ci sostiene, con gli aiuti ricevuti siamo anche riuscite a costruire delle stanze con cucina e refettorio per quanti passano la notte al Soke: lavoratori dei campi che collaborano con noi o a cui abbiamo dato pezzi di terra e che vivono lontano, gente di passaggio dai villaggi che ha fatto km. e km. per chiedere aiuto. La casa, è bella e grande e il prossimo mese entrerà in funzione. Abbiamo anche potuto costruire due case per due famiglie con tanti figli e senza tetto, anche loro il prossimo mese andranno ad abitarvi. Ma le richieste di aiuto non finiscono mai, già ieri sera una giovanissima donna, mamma di 4 bambini, abbandonata dal marito che ha diverse mogli, è arrivata da noi piangendo, ha passato la notte nella casa M. Gabriella e non se ne va finché non le promettiamo di mandare i muratori a riparare o rifare la sua capanna che sta crollando a pezzi! Ringraziamo Dio che ci aiuta a trasmettere il bene, il vostro bene…Lui vi faccia felici e vi ricolmi di pace.

Le sorelle del Soke