La forza del seme
“Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi”.
(S. Giacomo Apostolo)
Del nostro prossimo, in genere, si vuol sapere che mestiere fa, quanto guadagna, le scelte politiche, come si presenta, cosa comunica. E’ una regola non scritta di normale convivenza in una società tecnologica come la nostra. Il prossimo dev’essere utile. I poveri, gli ultimi, i vinti dalla vita o dalla malattia, quelli che l’opinione comune ignora, di solito non sono il prossimo..
Quante volte anche noi che ci diciamo credenti, abbiamo dimenticato i poveri, magari con la miglior buona fede, incalzati dagl’impegni quotidiani nel tentativo di rimediare qualche spicciolo d’elemosina..
Eppure Gesù si è fatto prossimo per amore di tutti fino alla morte in croce, dimostrando che il nostro prossimo è anzitutto una persona, unica, irripetibile, degna di rispetto, stima e ascolto. Degna di ogni possibile aiuto, qualunque cosa faccia, qualunque sia la sua condizione sociale, morale, fisica, al di là di retoriche, sentimentalismi e pietismi. Gesù ci dice di amare questo prossimo anche quando è intrattabile, diverso, lontano, addirittura nemico.
Amarlo comunque per amor Suo, amarlo come amiamo Lui per dare un’anima al mondo, per essere l’anima del mondo, senza temere rifiuto e indifferenza del mondo. E’ qui che nasce ogni vera conversione. Nell’amare chi non ci ama diventiamo, come nella parabola del buon Samaritano, strumento e potenza della Misericordia divina dove splende una realtà umana e divina che rivela il Mistero di Dio.
n. 5/2004 – Marzo 2004
Direttore Responsabile: sr. M.Laura Rossi Zanetti