Dislivelli culturali e sfide educative
Stiamo vivendo nel nostro paese qualcosa di mostruoso che non sappiamo a che tipo di società ci porterà.
Nei villaggi il dopoguerra continua con gli stessi effetti e sintomi, in città è esplosa la modernità, la globalizzazione a oltranza. Nei villaggi si coltiva la terra, si mette il cesto di pomodori o altre verdure sulla testa e si va in gruppo a piedi, per km e km, per vendere alla periferia del centro più vicino; ci sono poi i fortunati che nel tempo vissuto nel caos della Capitale hanno racimolato i soldi per comprare la moto e così la moto si trasforma in bestia da soma: con sopra 23 persone più i sacchi di carbone e verdure… insicura avanza tra le pietre e la terra battuta.
Nei villaggi nascono bambini, bambini, ogni giorno meravigliosi bambini. In città le coppie moderne seguono i “piani ben tracciati” e più di 1 o 2 figli non accettano di avere..
In città tutti quelli che lavorano nel Governo, i “pezzi grossi”, non sanno più se han ricevuto 5, 6 o 7 automobili di lusso e ne danno a figli e nipoti per sloggiare il cortile troppo pieno.
A scuola i figli dei “grandi” non vanno qui, il sistema di educazione è il fallimento emblematico del Paese, per loro ci sono borse di studio a Cuba, nell’Europa dell’Est e ora, sempre più, negli Stati Uniti. Tornano le ragazze con i capelli lunghi trapiantati e neanche si ricordano che da piccole si facevano le corte treccine.
Al villaggio il bagno al fiume è tradizione e cura, in città l’idromassaggio è obbligatorio.
Se passi vicino ai centri abitati vedi i bimbi sotto gli alberi che tentano di scrivere qualcosa nel quaderno sulle ginocchia, le aule sono troppo strette e insufficienti e in città, all’università, tra parole difficili e computer… non vedi un libro a pagarlo oro.
Tutto il sistema di insegnamento si basa su fascicoli malfotocopiati… pagati al professore direttamente!
Negozi di moda con prezzi da capogiro e bancarelle del mercato stracolme di panni e scarpe usate scaricati dall’Europa…
Vedi tutto questo, impossibile da sintetizzare… due mondi vivono paralleli e si guardano con sospetto: quale sarà l’epilogo?
Quale deve essere la sfida da raccogliere? Pensare non basta, ma è utile. Analizzare è necessario ma non è sufficiente.
Ogni sfida aspetta una risposta, una risposta creativa che nel suo piccolo “muove” e traccia una proposta come “seme ” che cade e… a suo tempo darà il suo frutto.
Ci troveremo alla prossima puntata.
Madre Manuela
n. 36/2014 Agosto 2014
Direttore Responsabile: sr. M.Laura Rossi Zanetti