Il Seme – 29/2012

La forza del Seme

Se la fede è il dono che illumina la casa, ancora tanto c’è da lavorare per accendere e fare luce in questo grande e splendido Paese che è l’Angola. Ritornata sul suolo Africano dopo una assenza di 7 anni, ho trovato parecchi cambiamenti, ma non tanti quanti una pace ben gestita avrebbe potuto pro-durre, almeno in un Paese così ricco di risorse naturali di tutti i generi, dalla terra fertilissima e ora in gran parte disabitata, al petrolio, ai diamanti, per accennare solo alle risorse principali. Ma come sempre la ricchezza è a disposizione dei potenti, in gran parte stranieri, in parte angolani. I dollari del petrolio hanno rifatto bello il centro di Luanda, la capitale, l’aeroporto, molti palazzi, mentre le periferie rimangono in preda al caos e alla povertà. Unico miglioramento reale, i mucchi di spazzatura non sono più gli stessi – e non è poco. Nella città di Huambo è meno evidente il contrasto fra miseria e ricchezza, e il popolo che lavora mostra una consapevolezza e una dignità diversa.
Ma l’allegria più grande è visitare i villaggi sperduti della montagna! Da lontano la vista è la stessa, i soliti pugni di casette quasi invisibili, affogati nel mare di splendido verde sovrastato dalle pietre, le imponenti maestose formazioni di granito che sono la bellezza di questa parte del Paese.
Ma avvicinandosi alla Tchilonga, il principale ormai dei piccoli centri sostenuti tramite il mona-stero, che differenza, e che allegria! La piccola bella scuola intonacata, che sembra davvero una scuola, i grandi Onjango in muratura per le riunioni, la casetta per ospitare i professori itineranti, il posto medico, formano un complesso che dà il suo volto di convivenza a misura d’uomo a questo piccolo insediamento. Solo la chiesa, che prima era l’unico edificio della comunità, è la stessa, in attesa che la chiesa nuova, già in programma, venga costruita. Ma la cosa più bella, il cuore del paese, è il collegio per le ragazze, provenienti ormai da varie province dell’Angola: una allegrissima e multicolore schiera di 40 fra adolescenti e preadolescenti, dalle treccine ornate di nastri e perline coloratissime, le gambe svelte, che sbucano fuori da ogni parte e improvvisano per noi canti di festa e battimani, mentre un altro drappello sbuca dalla mata (la boscaglia), ciascuna con un fascetto di legna per la cucina sulla testa.

n. 29/2012 – Aprile 2012
Direttore Responsabile: sr. M.Laura Rossi Zanetti